Borzonasca. Ci sono due persone arrestate, dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Genova, a seguito di un episodio avvenuto al Centro Anidra, zona Casali di Stibiveri, a Borzonasca. I due, nei cui confronti i militari hanno eseguito un ordinanza di custodia cautelare, sono il dottor Paolo Oneda, dirigente medico di chirurgia generale dell’ospedale di Manerbio, e Vincenzo Paolo Bendinelli, che i militari spiegano essere “presidente e guida spirituale del centro di scienze olistiche”. Le accuse cui dovranno rispondere sono: omicidio volontario con dolo eventuale, violenza sessuale e circonvenzione di persone incapaci. Coindagata, ed oggetto di un avviso di garanzia, per quanto riguarda la circonvenzione e la violenza sessuale, è una psicologa.
Cooptazione di ragazze fragili
Come spiegano i carabinieri, “sono ancora in corso perquisizioni nel Centro Anidra a Borzonasca, a Brescia e a Milano, nelle abitazioni e sedi lavorative dei due destinatari della misura cautelare e della psicologa, la quale, nel tempo, in ragione della professione svolta, ha garantito un’attività di cooptazione verso il “Centro” di diverse ragazze fragili, al centro dell’indagine. Seguiranno le dovute comunicazioni agli Ordini dei Medici di appartenenza, per l’adozione delle misure ritenute opportune. Le perquisizioni sono state estese a tutti gli aspetti funzionali del centro, con il supporto anche del nucleo carabinieri Ispettorato del Lavoro, del Nas di Genova, e della Guardia di Finanza di Chiavari, per gli aspetti fiscali”.
L’indagine al Centro Anidra
L’indagine, coordinata dalla dottoressa Gabriella Dotto, si pone in continuità con un’altra attività investigativa svolta nel 2019 a fronte di una denuncia sporta dai parenti di una giovane ospite del centro Anidra, tuttora in corso. Nel mese di ottobre del 2020, un’altra giovane donna pure frequentatrice del Centro, era deceduta al San Martino di Genova, dove era stata ricoverata per un melanoma plurimetastatico. La vittima si era avvicinata al centro già da molti anni, in quel luogo aveva anche celebrato il proprio matrimonio e vi insegnava Yoga e Thai chi chuan. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri con numerose testimonianze, “prima di avvicinarsi al Centro di Borzonasca, aveva avuto una regolare vita sociale, venendo poi gradualmente assorbita da quell’ambiente, allontanandosi dagli affetti ed abbracciando totalmente gli insegnamenti del maestro”.
L’operazione del 2018
Appreso del decesso della congiunta, i familiari avevano denunciato che la donna, nell’ottobre del 2018 aveva subìto, in quel centro, l’asportazione di un neo verrucoso sanguinante e che l’intervento era stato effettuato da Oneda alla presenza di Bendinelli. Secondo l’accusa, ciò è avvenuto “in locali non idonei a livello sanitario e senza sottoporre il tessuto ai previsti esami istologici”. In particolare, “dalle testimonianze è emerso che l’operazione sarebbe stata effettuata su un tavolo da cucina e senza alcuna anestesia, inserendo l’evento in un presunto patologico processo di purificazione spirituale”. Secondo la ricostruzione dell’indagine, gravissimi indizi farebbero capire che i due erano consapevoli della superficialità con cui era stato effettuato l’intervento e anche del pericolo che si stava concretizzando in seguito.
Il decorso
Nel corso dei mesi successivi, infatti, la donna, in preda a dolori lancinanti, dicono i carabinieri, “veniva continuamente rassicurata dagli indagati, e privata di qualsiasi adeguato trattamento medico. Gli approfondimenti medico-legali hanno accertato che l’intervento chirurgico effettuato e le successive conseguenti omissioni sono state in rapporto causale diretto con il decesso della giovane”.