TURISMO. E LA NAVE (NON) VA. NEL TIGULLIO FERMI ANCHE I BATTELLI
Da un Paese che non ha mai aiutato il trasporto marittimo locale, che lo ha sempre considerato una semplice divagazione per vacanzieri e nulla più, salvo accorgersi dei battelli nelle emergenze viarie della costa, non deve sorprendere se oggi, in piena crisi pandemica ed economica, il comparto rischia il tracollo.
Per restare nel Tigullio, a casa nostra, vale la pena di ricordare il Consorzio Servizio Marittimo del Tigullio , guidato dal presidente Sergio Michelini con nove imbarcazioni e cinquanta dipendenti tra equipaggi, personale a terra e negli uffici in cassa integrazione ( non ancora ricevuta).
Tutto fermo, senza sapere quando, e soprattutto come, ripartire.
E costi di manutenzione barche alle stelle.
Il nostro “monitor” è acceso questa sera sul servizio dei battelli tra Lavagna, Chiavari, Rapallo, Santa Margherita Ligure, Camogli, Portofino e vuole essere una richiesta di aiuto alle istituzioni per un servizio turistico che potrebbe, intanto, cominciare a pensare a collaborare, condizioni meteo permettendo, al trasporto pubblico locale su gomma e ferro che nei prossimi mesi dovrà vedersela con i problemi del distanziamento sociale.
Riduzione di passeggeri che riguarda anche i battelli, la barca poteva trasportare 250 passeggeri ne potrà far salire a bordo 70/80, con un drastico taglio ai ricavi. Taglio che sarà ancora più pesante, la prossima estate, con la cancellazione di tutte le crociere che facevano scalo in rada nel Tigullio.