Le ambulanze non devono pagare il pedaggio autostradale, anche quando l’intervento non è in urgenza. La Croce bianca ha vinto la sua battaglia, condotta da anni e conclusa in Cassazione.
Spiega il presidente della pubblica assistenza, Fabio Mustorgi: «E’ pervenuta al nostro Ente la sentenza della Corte Suprema di Cassazione terza sezione civile, con la quale si riforma la sentenza del Tribunale di Roma e si fissano finalmente i corretti principi generali riguardo l’annoso contenzioso tra la Croce Bianca Rapallese e Società Autostrade per l’Italia SpA».
Mustorgi ripercorre le tappe della vicenda: «Nel 2014 viene pubblicata una circolare ministeriale che stravolge il significato della Legge 495 del 16/12/92 art. 373 C.2 Lett. C, circolare peraltro più volte rimaneggiata, che di fatto ha causato il mancato riconoscimento all’esenzione del pagamento del pedaggio autostradale per tutti i servizi svolti da automezzi adibiti al soccorso nell’espletamento dello specifico servizio.
Così come precisato dalla Cassazione questo Ente ha ritenuto che il termine soccorso dovesse intendersi nel suo comune significato e cioè “aiuto, assistenza prestata a chi ne ha bisogno o a chi è in pericolo” che prescinde quindi dall’urgenza o emergenza e che riguarda, come poi precisato nella circolare del 3 giugno 2019, anche il trasporto dei pazienti portatori di handicap».
La Società Autostrade ha però ingiunto alla Croce Bianca, dopo un braccio di ferro sulla mancata firma della convenzione con la stessa, il pagamento di oltre 208 mila euro di pedaggi: «Il contenzioso ha avuto rilevanza nazionale in occasione del crollo del Ponte Morandi poiché in tale occasione era stato contestato al nostro Ente il pagamento del pedaggio autostradale ai mezzi di soccorso intervenuti».
Prosegue Mustorgi: «Questo Ente si è trovato negli anni ad affrontare uno sforzo economico straordinario per sostenere le spese legali al fine di far valere i giusti principi peraltro chiaramente espressi dal legislatore e correttamente applicati fino al 2014.
Ci siamo opposti ad un’assurda logica per la quale il ministero, al fine di accogliere le lagnanze di Società Autostrade per l’Italia riguardo ad alcuni abusi nell’utilizzo della rete autostradale da parte di alcuni (pochi) soggetti, ha inteso colpire tutto il mondo del volontariato impegnato nel trasporto dei malati creando disparità di trattamenti tra Pubbliche Assistenze e Croce Rossa e peggio ancora discriminazione tra i malati stessi.
Crediamo che la nostra attività come anche quelle dei concessionari della rete autostradale dello Stato debbano avere come principio fondamentale il pubblico servizio, con tutto ciò che ne consegue».
Per il momento, la società non ha ritirato la propria richiesta, che, alla luce della sentenza, si può ritenere illegittima: «Auspichiamo – conclude Mustorgi – che con questa sentenza Società Autostrade capisca che è giunto il momento di chiudere tutto il contenzioso in atto, rispettare i giusti diritti nel trasporto dei malati con i mezzi di soccorso in tutta l’Italia e in particolare in Liguria dove l’orografia del territorio ci obbliga ad un continuo utilizzo della rete autostradale.
Ci auguriamo quindi che la cieca burocrazia illuminata da questa sentenza sia rapidamente sostituita da concreti gesti di buon senso.
Concludo ringraziando lo Studio Legale di Genova Avv. Roberto Damonte in particolare l’Avv. Federica Passerini che difendono questo Ente nel citato contenzioso e tutti coloro che in tutte le sedi ci hanno sostenuto, in particolare i media che ci hanno sempre sostenuto».