Transumanza a Santo Stefano d’Aveto e progetto “CambioVia”: la fotogallery

Santo Stefano d’Aveto. Oggi, domenica 27 ottobre, il settore Politiche delle aree interne della Regione Liguria è stato a Santo Stefano d’Aveto alla festa della Transumanza, per presentare e iniziare a lavorare sul progetto “CambioVia Cammini Biodiversità Valorizzazione Itinerari e Accessibilità della Transumanza”.
E’ un progetto finanziato per 2.300mila euro dal Programma Marittimo Italia – Francia. Capofila è la Regione Liguria e partner la Regione Toscana, Regione Sardegna, Collectivité de la Corse. In Liguria sono coinvolti i Parchi naturali, l’Università, le comunità del territorio, l’Istituto Zooprofilattico, l’Arpal, le associazioni di categoria.
“CambioVia” si occupa di transumanza e di zootecnia di montagna; della fatica di allevare animali e mantenere i pascoli; della qualità del latte di animali liberi di nutrirsi delle erbe in pascoli ad alta qualità ambientale; della biodiversità dei prati dei nostri monti e dei sapori che sono capaci di trasferire alla carne, al latte e ai formaggi; di modelli integrati di economia montana: allevamento, produzione, turismo; di consumatori sempre più attenti, ma anche di produttori ancora in difficoltà nell’organizzazione, nel marketing, nella rete di vendita, nel difficile confronto con la burocrazia.
CambioVia guarda alla formazione per vecchie e nuove generazioni di agricoltori, allevatori e operatori turistici. Prevede corsi professionali dedicati al marketing territoriale, percorsi universitari specifici per un’agricoltura di qualità; non solo scienze naturali e tecniche agronomiche, ma anche scienze economiche, design, processi di filiera, accoglienza, spiegano dalla Regione.
Prefigura una cultura imprenditoriale dell’alta e altissima qualità ambientale, capace di riconoscere i valori, capitalizzarli, organizzarne la filiera. Vuole promuovere un modello economico per l’entroterra basato sui suoi valori sociali ed ambientali; valorizzare i prodotti tipici, i luoghi di produzione e gli itinerari collegati per raggiungere mercati dell’alta e altissima qualità; costruire relazioni virtuose e reti con le aree urbanizzate e i consumatori più attenti; offrire  motivi di attrazione turistica e di fruizione naturalistica e culturale. Un riscatto culturale, economico e sociale delle comunità locali dell’entroterra.