Chiavari. Il comitato contro la cementificazione di Via Trieste ribadisce i propri timori per la data del 5 agosto, che teme davvero possa essere quella in cui Italgas sarà autorizzata a costruire, e diffonde, oggi, questa nota:
“È trascorsa una settimana dall’ultima nostra lettera-comunicato, protocollata in Comune, con la quale esprimevamo al Sindaco Dott. Marco Di Capua tutte le nostre preoccupazioni per la possibilità, molto concreta, che trascorsi due mesi dal 5 giugno u.s., data del parere favorevole della Commissione Edilizia al “progetto di edificazione dell’ area ex Italgas”, la Società proponente possa vantare il diritto ad edificare e realizzare il progetto “devastante” che ha presentato in Comune.
La data del 5 agosto è ormai prossima, ma nessuna risposta abbiamo ricevuto dal nostro Primo Cittadino, nonostante la conferma da parte di tutte le forze politiche, sia di maggioranza che di minoranza, di essere contrarie all’intervento edilizio. Ancora una volta vogliamo credere “nella buona fede” del Sindaco Di Capua e nell’affermata sua volontà di sospendere legittimamente e secondo le Sue competenze l’iter della pratica.
A questo proposito ci permettiamo di sottoporre al Sindaco tre problematiche che, secondo noi, suscitano molte perplessità sia formali che distanziali e che vanno almeno approfondite e verificate e che possono pertanto BLOCCARE l’iter avviato ed in scadenza fra pochi giorni.
Innanzitutto siamo venuti a conoscenza dell’esistenza di un Contratto tra il Comune e la Soc. Italgas stipulato nel 2005 a seguito della Delibera del Consiglio Comunale N.14 del 21/03/2005, mai revocata né contestata da nessuna delle parti contraenti.
Ora, senza voler entrare nel merito del contenuto del suddetto contratto, c’è sicuramente da verificare se lo stesso sia ancora valido ed accertarsi se il progetto presentato rispecchi gli accordi sottoscritti seppur 15 anni fa dinnanzi al Notaio Alberto Cecchini.
Sempre a mezzo stampa abbiamo saputo della mancanza nella pratica della Bozza di Convenzione che dovrà essere comunque sottoscritta ed accettata dal Comune prima del rilascio del Titolo Edilizio. Come chiunque può ben capire si tratta di un documento non secondario, ma di fondamentale importanza perché dovrebbe contenere l’elenco delle opere di urbanizzazione che il privato dovrà sostenere per soddisfare gli standard urbanistici previsti. La mancanza di tale documento ci sembra quindi non solo una carenza”formale” della pratica, ma soprattutto un’ assenza di trasparenza sia nei confronti degli Amministratori che della cittadinanza.
In cambio della possibilità di costruire due palazzi di otto piani, che nessuno vuole compresa questa amministrazione, almeno a parole… , e di tutto il resto previsto a favore dei privati, questi cosa daranno in cambio alla collettività? Nessuno lo sa!
Anche questo è un aspetto che il Sig Sindaco dovrebbe verificare.
Buon ultima, ma non meno importante, è la risposta da parte del Ministero di Grazia e Giustizia circa l’ esistenza di eventuali ostacoli all’ edificazione legati alla presenza di edifici sensibili (Carcere e sede Uffici Polizia di Stato e Uffici Giudiziari). L’Amministrazione ha provveduto ad inviare la pratica ai competenti Uffici Ministeriali? Ha sollecitato una risposta? Ha preso in considerazione, visto l’importanza della pratica, un incontro diretto con i Funzionari e/o Dirigenti del Ministero? Da quanto riportato dagli organi di stampa (rif. Il secolo XIX 20/7/19) lo stesso onorevole Roberto Traversi, sollecitato dall’ amministrazione ad interessarsi nella Capitale presso il Ministero, nutre qualche dubbio.
In questo mese e mezzo di incontri, discussioni, dibattiti ed interventi, molte parole e motivazioni sono state usate soprattutto per individuare le responsabilità politiche di ciò che sta accadendo. Ci è sembrato assistere ad uno “scaricabarile” più rivolto agli addetti ai lavori che a produrre fatti concreti. Oggi, al Sindaco di Chiavari chiediamo, anche in qualità di Assessore all’Edilizia e Urbanistica, di rompere il silenzio e agire con autorevolezza.
C’è ancora tempo per verificare ciò che abbiamo segnalato sopra; c’è ancora tempo per dare corso alle promesse fatte a noi del Comitato e alla Città di agire in difesa del bene pubblico contro una cementificazione scellerata. Non si faccia “imbrigliare” dalla burocrazia e da giochini politici.
Forti del consenso e della volontà espressa dai cittadini (ben oltre mille)che stanno aderendo alla nostra petizione le chiediamo:
Ci aiuti a bloccare questo scempio urbanistico e a preservare CHIAVARI nella sua integrità.
Attendiamo fiduciosi una Sua risposta”.