Area Italgas, attacchi contrapposti: parlano Levaggi e Giardini

Chiavari. Continuano a far discutere, a Chiavari, il progetto di cemento nell’area Italgas di Via Trieste, contro cui il comitato dei residenti ha raccolto oltre mille firme, e la sua genesi.

Sul tema, sono intervenuti, questa mattina, i consiglieri di “Noi di Chiavari”. Di fatto, Roberto Levaggi, Daniela Colombo e Silvia Garibaldi hanno respinto la posizione espressa, anche in consiglio comunale, dal sindaco Di Capua, secondo cui il progetto avrebbe avuto corso anche con l’approvazione del Puc redatto dall’amministrazione Levaggi (anzi, secondo Di Capua, con volumi aumentati del 35% anziché del 5%): “E’ vero che esisteva già dal 2009 il cosidetto Piano Casa, poi integrato con altre leggi, ma con il vincolo a destinazione servizi, che avevammo messo nel Puc, i volumi che si sarebbero potuti realizzare sarebbero stati, magari, delle scuole e comunque noi avevamo chiesto che gran parte dell’area fosse destinata a parcheggi. Quindi è falso quanto afferma l’attuale sindaco quando dice che con noi ci sarebbe stato più cemento: di sicuro, non ci sarebbero state residenze ma al massimo servizi di pubblica utilità”. Quindi, dice Levaggi, “il progetto nasce dalle varianti in itinere che la giunta Di Capua e l’amministrazione attuale hanno apportato nel dicembre 2018, facendo scadere il nostro piano”.

Interviene il consigliere di maggioranza Giovanni Giardini, che dice: “Nel Piano Urbanistico Di Capua è previsto un ampliamento del 5% del volume esistente e l’individuazione all’interno del lotto di area a servizi corrispondente ad un metro quadro per ogni metro quadro di superficie abitabile realizzabile. Si può ignorare un contratto ancora in essere che prevede abitativo? È vero, risale al 2005. Perché Italgas ha fatto osservazione al PUC Levaggi  che prevedeva in tale area solo servizi? Levaggi aveva previsto l’esproprio? Perché non l’ha fatto?  Oggi l’area Italgas, PUC Di Capua, può essere la giusta mediazione tra pubblico e privato. La Regione ha pienamente avvallato quanto io sostengo, cioè i servizi da realizzare  in via Trieste, anche in considerazione degli obblighi di bonifica e dei relativi costi da sostenere. Questo è per me un punto fondamentale: in caso di costruzione i servizi sono obbligatoriamente all’ interno dell’ex area Italgas. In seconda battuta, se qualcuno può dimostrare che il contratto stipulato nel 2005 ,tra Italgas e Comune è decaduto ben vengano altre soluzioni. Possiamo noi procedere all’esproprio o con un accordo bonario utilizzare l’area per parcheggi e giardini come suggeriscono in tanti?  Possiamo approfondire, come sto procedendo in accordo con l’On. Traversi alla non  fattibilità di poter erigere edifici ad uso abitativo nel contesto esistente con la presenza dell’ ex Tribunale e del Carcere? Sono fermamente convinto, che il Sindaco Di Capua , come ha dichiarato nel Consiglio Comunale del 4 luglio u.s. sia d’accordo nel fermare l’iter del progetto presentato del Piano Casa a cui il Comitato si oppone fermamente, appoggiato in toto dal sottoscritto. La politica deve mediare: questo è il compito che mi sono prefisso”.