Sanità, diminuiscono le “fughe” per farsi curare fuori regione. Almeno per alcuni settori

Si è parlato anche delle “fughe” dei pazienti dalla Liguria, oggi, in consiglio regionale. Ecco come il dibattito viene riferito dall’ufficio stampa del consiglio stesso.

Alice Salvatore (Mov5Stelle) ha presentato un’interrogazione, sottoscritta dai colleghi del gruppo, in cui ha chiesto alla giunta le destinazioni internazionali ed interregionali a cui i pazienti liguri si rivolgono e per quali patologie e interventi. Il consigliere, inoltre, ha chiesto quali interventi adotterà la Regione per arginare il fenomeno, sostenendo che «un investimento sulle strutture già esistenti e sull’offerta porterebbero ad una progressiva riduzione delle “fughe” con una contestuale creazione di poli di eccellenza medica». Il consigliere, infine, ha chiesto i costi sostenuti dalla Regione in relazione alla mobilità sanitaria passiva per i bienni 2013-2014, 2015-2016 e 2017-2018 e ha ricordato l’impegno preso dall’assessore in Commissione sanità il 18 ottobre scorso di trasmettere questi dati.

L’assessore alla sanità Sonia Viale ha risposto illustrando i dati relativi alla mobilità passiva che hanno registrato un incremento dal 2008 al 2012 , seguìto da un trend stabile fino al 2015 – con un’incidenza sul fondo sanitario regionale tra il 2 e il 2,2% mentre – ha detto –  tra il 2016 e il 2017 si è registrata una positiva inversione di rotta, con un calo in particolare nelle aree osteoarticolare, cardiovascolare e neurologico in cui il fenomeno era più rilevante. Viale ha quindi illustrato tutte le misure assunte dalla giunta proprio per ridurre le fughe sanitarie fuori regione.