“Come inizia questa mia nuova avventura? Facciamo con un bel in bocca al lupo”. Gabriele Venuti, nuovo tecnico del Casarza, in Promozione, saluta così il suo ritorno in panchina dopo l’esperienza alla Lavagnese:”Scendere di due categorie non è un problema – sottolinea -. In questi mesi ho avuto due offerte. Una l’ho rifiutata perché oltre il ponte Morandi, l’altra avevo un momento personale dove avevo troppi impegni. Ora mi ha cercato il Casarza, vediamo cosa riusciamo a fare”.
Venuti ammette di non conoscere buona parte della rosa e anche il campionato stesso. Ma si presenta con una filosofia ben precisa:”A me piace stare sul campo, spero piaccia anche ai ragazzi compatibilmente con gli impegni di tutti – dice -. Se non ha si voglia di venire al campo allora tutto diventa più difficile. Per il resto spero di portare entusiasmo. Non è una situazione facilissima, ma io sono convinto che il lavoro porta spesso a risultati. E comunque la differenza la devono fare i giocatori. Sono loro che devono vincere le partite. Gli allenatori, semmai, possono solo perderle”.
Casarza, Venuti si presenta:”Chiedo voglia di stare sul campo, la differenza devono farla i giocatori”
“Come inizia questa mia nuova avventura? Facciamo con un bel in bocca al lupo”. Gabriele Venuti, nuovo tecnico del Casarza, in Promozione, saluta così il suo ritorno in panchina dopo l’esperienza alla Lavagnese:”Scendere di due categorie non è un problema – sottolinea -. In questi mesi ho avuto due offerte. Una l’ho rifiutata perché oltre il ponte Morandi, l’altra avevo un momento personale dove avevo troppi impegni. Ora mi ha cercato il Casarza, vediamo cosa riusciamo a fare”.
Venuti ammette di non conoscere buona parte della rosa e anche il campionato stesso. Ma si presenta con una filosofia ben precisa:”A me piace stare sul campo, spero piaccia anche ai ragazzi compatibilmente con gli impegni di tutti – dice -. Se non ha si voglia di venire al campo allora tutto diventa più difficile. Per il resto spero di portare entusiasmo. Non è una situazione facilissima, ma io sono convinto che il lavoro porta spesso a risultati. E comunque la differenza la devono fare i giocatori. Sono loro che devono vincere le partite. Gli allenatori, semmai, possono solo perderle”.
Italo Vallebella