Chiavari. Frode negli appalti per la raccolta dei rifiuti a Chiavari, il sindaco Marco Di Capua prima di rilasciare commenti e dichiarazioni, precisa che vuole leggere le carte. <Su questa inchiesta così delicata>, racconta al rientro tra da un incotro tecnico per il Rupinaro in Regione, <mi pronuncerò solo quando conoscerò perfettamente i dettagli. In ogni caso il dirigente coinvolto già non ha più l’incarico su nettezza urbana e discarica: è stato spostato ed è rimasto ai lavori pubblici, tolti i servizi tecnologici, manutenzioni e nettezza urbana. Ma questo già in estate, appena sono diventato sindaco e ho capito che c’era qualcosa che non mi convinceva>, integra Di Capua.
<Valuterò che personale mettere e a chi eventualmente affidare il nuovo incarico: di sicuro dovranno essere persone prive alcun tipo di contatto con questa ditta. Questo lo faccio come Comune di Chiavari, per tutelare la cittadinanza. Inoltre>, riferisce ancora il primo cittadino di Palazzo Bianco, <da quando sono stato eletto ho intimitato alla ditta Costa Mauro, che non avrei più tollerato scuse, e che era necessario effetuare subito la copertura di 180 mila euro, che era stato requisito necessario per cui aveva vinto l’appalto>. Ricordiamo che l’operazione della Finanza ha fatto emergere oltre 10 milioni di euro di assegnazioni irregolari. La Procura della Repubblica di Genova ha emesso l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di tre dipendenti del Comune di Chiavari, e di quattro imprenditori del settore dello smaltimento dei rifiuti a seguito di tale indagine, che ha analizzato le modalità di affidamento dei lavori di smaltimento delle alghe depositatesi sulla spiaggia adiacente il porto turistico di Chiavari nel 2014. E’ emerso, riferiscono le fiamme gialle, che un funzionario ed un istruttore tecnico dell’ufficio lavori pubblici di Chiavari, in concorso con il dirigente responsabile, hanno dolosamente sottostimato, senza alcuna perizia, la quantità di materiale da asportare, di quasi il 1.000%, dichiarando 250 tonnellate anziché 2.128,28, al fine di aggirare l’obbligo di indizione di una gara di appalto e consentire l’affidamento diretto dei lavori ad una impresa dello spezzino, che all’epoca gestiva già la raccolta dei rifiuti urbani.