Lavagna. <Diciamolo chiaramente, la sistemazione in moduli abitativi, chiamandoli con il loro nome: container, tramite il sistema CAS, Centri di Accoglienza Straordinaria, non è assolutamente dignitosa, né per chi la riceve, né per chi la offre. Esiste il rischio di creare una situazione di isolamento e degrado che, come già dimostrato in molte situazioni analoghe, non solo impedisce una reale integrazione dei richiedenti asilo, ma crea disagio a tutti i coinvolti, rischiando di creare ghetti che non sono la via che porta verso l’integrazione e saranno sicuramente un lascito poco gradito per le future amministrazioni che si faranno carico dei costi sociali, ponendo anche i presupposti ad eventuali problemi di ordine pubblico. Inoltre abbiamo alcuni dubbi riguardo alla struttura della Besanza, che ci risultava priva del Certificato di Prevenzione Incendi, sarebbe interessante sapere se nel frattempo questa mancanza mancanza è stata sanata>. Sono queste le parole usate dai Cinque Stelle, in merito all’accoglienza migranti a Lavagna. Continua il portavoce Luca Ricci:
<Riteniamo che per gestire quella che non è più considerabile un’emergenza, sia necessario ricorrere ad un’accoglienza diffusa sul territorio, attraverso i sistemi SPRAR, Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, con la ricerca di accordi fra Comune, Confedilizia, ANCI e proprietari per rendere disponibili un certo numero di unità immobiliari ubicate in zone diverse del territorio comunale, con i vantaggi di maggiore tutela sanitaria, maggiore possibilità di controllo, perché è più semplice monitorare il comportamento di poche persone alla volta che di gruppi interi, minore pressione sulla città, perché è più semplice accettare piccolissimi nuclei sparsi, magari familiari, piuttosto che gruppi più numerosi che occupano pochissime strutture, maggior facilità di comunicazione con i residenti>.