Pillole #antistress: sentire o ascoltare?

Quando ci dicono di ascoltare ci annoiamo a morte come se ci dovessero insegnare a vivere. Forse è un retaggio che viene da lontano: quante volte da bambini ci hanno rimproverato perchè non abbiamo “ascoltato”? E così il termine “ascoltare” si connota di un colore che non gli è proprio. Se non fosse che l’ascolto è strettamente collegato alla vita di relazione, e noi viviamo continuamente in relazione: in famiglia, a scuola, al lavoro, ne faremmo a meno. Eppure l’ascolto è strettamente correlato alla nostra capacità di rispondere efficamente alle situazioni e alle relazioni ed è quindi, prima di tutto un “servizio” che facciamo a noi stessi.
Quante volte ci vengono in mente a posteriori dettagli di quella conversazione amicale, amorosa o lavorativa a cui non abbiamo prestato attenzione? E quante volte quei dettagli potevano cambiare il nostro modo di rispondere? Al di là della risposta, verbale e non verbale, l’ascolto ci permette di essere “assertivi” perchè ci permette di cogliere tutti gli aspetti, se siamo attenti, di quella conversazione.
L’attenzione è direttamente proporzionale all’ascolto e viceversa.
L’attenzione ci aiuta a focalizzare la nostra mente sulla comprensione ( testa – corpo – cuore) di quella conversazione salvandoci dalla distrazione, che invece ci allontana proprio da ciò che abbiamo bisogno di comprendere.
A proposito di attenzione trovate un video della CNN sul multitasking ( è in inglese senza sottotitoli ma è illustrativo) un breve documentario che spiega come il cervello in realtà non fa due cose allo stesso tempo, ma continua a spostare l’attenzione dall’una all’altra, con una notevole perdita di velocità e qualità delle prestazioni.
Quindi possiamo allenare la nostra mente all’attenzione, ad una qualità gentile e morbida, accorgendoci quando la nostra mente ci sta lusigando con l’illusione di fare più cose contemporanemante (attenzione divisa) e avendo l’umiltà, la semplicità di ritornare presenti a noi stessi e alla conversazione, piacevole o spiacevole che sia.
L’ascolto è come il pane, impastato di attenzione e umiltà, due ingredienti fondamentali a dare valore alla conversazione in cui siamo coinvolti, uscendo dai soliti schemi di relazione, ripetitivi e spesso inefficaci che sono fonte di grande stress.

Buon ascolto e buona settimana!