KUNSTFORM

L’anima contiene non meno enigmi di quanti ne abbia l’universo con le sue galassie, di fronte al cui sublime aspetto soltanto uno spirito privo di fantasia può non riconoscere la propria insufficienza.
Carl Gustav Jung

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Ebbene, quando si suol dire che sei davanti ad un’opera d’arte estasiato, contemplante ciò che hai di fronte, avvolto nella gente che in quel momento è poco importante, stai assistendo ad una grande magia tra la tua anima e la tua forma d’arte.
Non la chiamo sindrome di Stendhal, sarebbe incorretto e psichiatrico…la voglio chiamare semplicemente e per ora “momento artistico”.

ll 14 giugno 2016 sono a Milano con il fautore in musica di una grande forma d’arte appunto, che a 68 anni suonati si muove e canta come un ventenne! Sto parlando del grande Vincent Damon Fournier, in arte Alice Cooper, il personaggio rock più controverso e più discusso nella storia del rock.
La sua musica e la sua presenza scenica hanno avuto un notevole influsso su vari artisti metal venuti dopo come GG Allin, Rob Zombie, W.A.S.P., Marilyn Manson, Lizzy Borden, King Diamond, Death SS, Slipknot, Lordi, GWAR, Twisted Sister, Mötley Crüe, Murderdolls e Wednesday13.

Sapete come è nato il suo nome d’arte? Una sera la sua band riunita attorno ad un fuoco gioca a fare una seduta spiritica e in preda a stupefacenti, comincia a vaneggiare nomi di streghe ed Alice Cooper era proprio il nome di una strega di cui Vincent si innamorò!!
Personaggio anche lui come Ozzy Osbourne, maledetto….doveva morire la prima volta a 7 anni per un attacco di peritonite, infatti della sua enorme cicatrice ne ha fatto un segno distintivo e la seconda volta a 20 anni per aver esagerato con droga e alcol…ma grazie anche ai genitori molto devoti (cosa che ad Alice non è mai andata giù la loro fede) e un pò per fortuna genetica, eccolo ancora qui, strepitoso davanti a me!

La fortuna di conoscere Frank Zappa, il suo maggiore idolo, fu determinante per il suo inizio di carriera, tant’è che Zappa diede un notevole aiuto al suo gruppo durante gli esordi. Vincent fece una buona impressione a lui e al suo manager Shep Gordon e nel 1969 pubblicarono il primo album, “Pretty for you”, per la loro etichetta Straight Records.

Alice è stato anche il soggetto di un’opera d’arte olografica del famoso artista spagnolo Salvador Dalí, esposta nel museo a lui dedicato nel suo paese natìo Figueres.
Ma l’innovazione di Alice è nell’aver introdotto in musica il grandguignolesco o Grand Guignol, il terrificante, il macabro, il sanguinoso, specialmente riferito ad una dimensione di spettacolo ed è una parola molto fine, di grande tenore.
Nel 1897 Oscar Metenier comprò un teatro e ne fece il “Grand Guignol”. Si trattava, in principio, di un teatro di marionette, che in particolare incentrava i suoi spettacoli sulla figura di Guignol, burattino popolare del teatro francese, un operaio della seta di Lione, rappresentante di una classe oppressa e desiderosa di riscatto.
Gli spettacoli non erano dei più pacati, ma fu con i successivi direttori del teatro che il Grand Guignol sviluppò la propria cifra: se da un lato iniziarono ad essere portati in scena personaggi e situazioni indecenti, rompendo tabù tradizionali, portando ad esempio sul palco prostitute, negli anni della nascita della psicanalisi il vero tema iniziarono ad essere le malattie mentali, le perversioni sessuali, la paura che suscita l’altro, il diverso. Sul palco si avvicendavano delitti efferati, crudeli, truculenti, affogati nelle droghe, nell’ipnosi, nel panico, nei raptus. Così quello che era il più piccolo teatro di Parigi acquisì tanta importanza da diventare il paradigma del macabro e fu poi chiuso nel 1962.
Nella canzone Feed My Frankenstein, Alice a metà brano si accomoda su una gigantesca sedia elettrica e si trasforma, appunto in un enorme Frankenstein. In Cold Ethyl, invece, il cantante si trastulla con una finta bambola di pezza che, nel successivo Only Women Bleed, prende vita e diventa protagonista della scena insieme a lui. In Killer esce con una camicia di forza insanguinata e si dimena a più non posso!
Insomma, Alice Cooper con le sue performance live famose per la presenza di elementi scenici come ghigliottine, bambole impalate, spade e il famigerato boa attorcigliato al collo, oltre che per il caratteristico corpse paint, trucco facciale dalle sembianze cadaveriche, è sicuramente considerato tra i più importanti esponenti del cosiddetto shock rock, un genere che molte band seguono con l’intento di far vibrare l’anima.

Linda Dell